mercoledì 16 dicembre 2015

Lo scrittore a cui hanno rubato i risparmi, non le parole

Stavo iniziando ad amare il mio ladro, un uomo che conoscevo a malapena ma di cui mi ero fidato e che mi stava simpatico, e che, dopo avere commesso molti altri msfatti, alla fine si era preso e portato via tutti i miei risparmi.

E' un piccolo libro di grande attualità per noi lettori italiani, Un furto di Hanif Kureishi, storia di risparmi sottratti e azzerati da un sedicente consulente finanziario che la casa editrice ha avuto la fortuna di mandare in libreria mentre infuria la tempesta sui nostri istituti di credito.

Certo, se fosse solo la storia di un conto corrente prosciugato forse faremmo meglio a indirizzarci su qualche saggio, giusto per capire meglio come certe cose possano accadere. Ma qui c'è anche la penna di Kureishi, lo scrittore che credo molti di voi già conoscano per Il Budda delle periferie e per tanti altri libri ambientati nella Londra multietnica.

Questo allora non è solo il racconto di una truffa. Piuttosto lo è degli aspetti psicologici, caratteriali, umani che entrano in gioco. Ci sono anche loro, nelle questioni della finanza, nelle dinamiche degli investimenti e degli interessi, nel rapporto con quanti dovrebbero essere persone fissate capaci di orientare e ben consigliare.

E allora ecco il grande scrittore, che indaga sull'ambivalenza dei sentimenti, sull'odio che cresce ma non sa rinunciare a una sorta di dipendenza psicologica - forse complicità, forse qualcos'altro: Stavo iniziando ad amare il mio ladro.

Ecco, ancora, il grande scrittore che nella parola trova comunque consolazione - e magari ci fosse la stessa consolazione per i tanti truffati e derubati:

Comunque mi aggrappavo a un solo pensiero: potevano avere rubato il mio denaro, ma non mi sarei fatto rubare le parole.

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