mercoledì 29 luglio 2015

Amos Oz, lo scrittore che si avventura nel deserto


Un grande scrittore? Quasi sempre un uomo che trascorre il tempo indossando i suoi personaggi. A volte un uomo che non ha paura a distruggere la sera ciò che la mattina ha inventato. Raramente anche un uomo che si avventura nel deserto, qualunque cosa sia quel deserto.

Questo almeno quanto ho imparato leggendo la splendida intervista di Francesco Battistini ad Amos Oz, pubblicata tempo fa da La Lettura del Corriere della Sera. Com'è la giornata di un grande scrittore come Amos Oz?

Una routine assoluta. Mi sveglio alle 5, cammino mezz'ora nel deserto. E' un isolato da qui. Silenzio e solitudine. Poi torno a casa e bevo un caffè. E' una parte molto importante della mia giornata. Penso alle cose da scrivere, ai personaggi, alla vita, a quel che è importante. Il deserto è un grande maestro di vita. Poi mi siedo al tavolo e comincio a chiedermi "se fossi lui" o "se fossi lei"... Tutto il giorno immagino d'essere altre persone.... Scrivo la mattina. Il pomeriggio, spesso, distruggo quel che ho scritto la mattina.

Ho l'impressione che ci sia una relazione profonda tra il deserto e la scrittura di Amos Oz. Tra i suoi libri e quella vita trascorsa ai margini del nulla, in quel kibbutz il cui segretario un giorno gli disse:

Tu potrai anche essere Tolstoj, non dico di no, ma se qui tutti si sentono artisti, chi le munge le mucche?

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