lunedì 29 giugno 2015

Quando i colombi scomparvero (da SLB)

Da oggi i Librisonoviaggi si apre anche alle parole (alle letture, ai viaggi, ai consigli... ) di qualche buon amico. A cominciare è SLB.....


Una piccola nazione stretta fra la Germania nazista e il bolscevismo sovietico. “Quando i colombi scomparvero", l’ultimo romanzo di Sofi Oksanen, scava nei drammi vissuti dall’Estonia nel novecento con una cronaca che oscilla fra gli anni della Seconda Guerra Mondiale e la metà degli anni ’60.

Nel 1940, a seguito del patto Molotov-Ribbentrop, i sovietici si impadroniscono manu militari della Repubblica di Estonia, i tedeschi occupano il paese nel 1941 fino a quando i russi tornano alla conclusione della guerra. Fra la fine della dominazione nazista e il ritorno di quella sovietica passano appena “cinque giorni d’indipendenza, cinque giorni di libertà” nel settembre del  1944. Libertà e indipendenza riconquistate solo nel 1991 con il crollo dell’Unione Sovietica. In pochi anni l’Estonia sperimenta sulla propria pelle le peggiori follie totalitarie del secolo breve europeo. All’orrore della guerra si aggiunge tutto il peso di macchine di dominio e di sterminio, costruite a tavolino e dirette da Berlino e da Mosca. Tritatutto in cui passano la vita degli individui e le loro relazioni personali. Una realtà in cui il tradimento e la delazione possono essere l’unico passaporto per la salvezza. Su questo sfondo angoscioso si muovono i protagonisti del romanzo della Oksanen. 

Durante la prima occupazione sovietica due giovani cugini, Roland e Edgar, disertano dall’Armata Rossa e raggiungono i patrioti estoni che si battono contro i bolscevichi. Quando le truppe naziste conquistano il paese, Roland rinuncia alle possibili occasioni di accomodamento e rifiuta di collaborare con i tedeschi. Si dà alla macchia e aiuta a organizzare l’evacuazione di cittadini estoni ed ebrei. Al ritorno dei sovietici continua a combattere per l’indipendenza dell’Estonia.

Il cugino Edgar, ambizioso carrierista di talento, cambia nome e si mette al servizio dei nazisti. Privo di ogni scrupolo, Edgar ha un’abilità luciferina nel rivoltare la casacca al momento giusto e alla fine della guerra da zelante collaboratore dei nazisti si ricicla in leale quadro comunista. Lo ritroviamo negli anni ’60 come spia della polizia e scrittore di propaganda di regime. Juudit, la moglie non amata di Edgar, è il terzo protagonista del romanzo. Una giovane donna frustrata e sospesa fra le vicende dei due cugini e i capricci della storia, in cerca di una sua personale via di fuga dalle brutalità del quotidiano. Completa la narrazione una piccola galleria di personaggi alle prese con le turbolenze della storia, tra sentimenti e necessità di sopravvivere.

La Oksanen, finlandese con radici familiari estoni,  amalgama con sapienza vicende personali e storia politica, in un mondo in cui la semplice esistenza può dipendere dall’arbitrio e dal tornaconto dell’ufficiale o del burocrate di turno. Una storia appassionata che non lascia indifferenti, anche grazie a una trama ricca di colpi di scena e a una prosa precisa e potente. Per il lettore italiano “Quando i colombi scomparvero” è inoltre un’occasione preziosa per venire a contatto con vicende storiche lontane dalla nostra esperienza e dalle nostre memorie collettive.

Senz’altro un libro da leggere.

SLB


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