giovedì 7 febbraio 2013

Come una farfalla la bici rende il mondo migliore

Effetto farfalla: ne avete mai sentito parlare? È un concetto che mi piace molto, benché da qualche tempo mi richiami la tipica insofferenza per le espressioni adoperate fino all'abuso, come il prezzemolo di una cucina povera di altri sapori. Reazione che credo abbia qualcosa a che vedere con l'idea che sia moda recente, trovata di successo di qualche produttore di best-sellers dei nostri anni o anche di un qualche santone pronto a schiudervi il segreto di insospettate energie della mente – e le due categorie in effetti spesso coincidono. 

Solo l'altro giorno ho scoperto che questo concetto ha dalla sua anche la solidità del tempo e l'autorevolezza dei natali. Anche se non lo chiamava così, il concetto c'era già tutto nelle riflessioni del matematico inglese Alan Turing, uno degli uomini che dobbiamo ringraziare se oggi il computer è uno strumento di uso domestico come la moka per il caffè.
 
Lo spostamento di un singolo elettrone per un miliardesimo di centimetro, a un momento dato, potrebbe significare la differenza tra due avvenimenti molto diversi, come l'uccisione di un uomo un anno dopo, a causa di una valanga o la sua salvezza.

E certo se lo spostamento di un elettrone può combinare tutto questo c'è da chiedersi che cosa abbiano potuto produrre tutti i comportamenti persecutori, oggi classificati come omofobia, che portarono il povero Turing a suicidarsi a 42 anni. Ma questo è un altro discorso.


Due anni più tardi fu Ray Bradbury. In uno dei suoi racconti il grande scrittore di fantascienza si immagina una macchina del tempo che consente di organizzare safari non in altri continenti ma in altre epoche. Durante una escursione nella preistoria succede che uno dei partecipanti calpesti una farfalla. Roba da niente Però da qui discende una catena di devastanti conseguenze che dal passato si riversano nel futuro, cambiando tutte le carte in tavola.

Capito di che si tratta? Accade spesso che ciò che comincia come una suggestione letteraria – la science fiction – entri poi a pieno titolo nelle cose della scienza.

Nel 1963 è la volta di un altro matematico, Edward Lorenz, un nome legato alla teoria del caos e ai cosiddetti attrattori strani, che non so cosa sono, però forse suggeriscono qualcosa proprio su Lorenz. Il quale fa sul serio quando sulla New York Academy of Sciences scrive cose così.
 
Un meteorologo fece notare che se le teorie erano corrette, un battito delle ali di un gabbiano sarebbe stato sufficiente ad alterare il corso del clima per sempre.

Ci siamo. Col tempo il gabbiano diventa una farfalla, mente il corso del clima viene declinato in varie tipologie di disastro, dal tornado in Texas al terremoto a Tokio o a San Francisco.

Però ecco, a questo penso ora, penso alle cause più lievi da cui si scatenano effetti giganteschi. E non c'è solo il battito della farfalla, c'è moltissimo altro. Per dire, anche un sorriso o una buona parola. Gesti impalpabili, passi che in apparenza non lasciano orme. Ma perché le conseguenze devono essere sempre devastanti? Un battito una catastrofe, un battito un dono di vita.

Ci penso ora, ci penso pedalando. Ci penso accompagnando il ritmo delle mie gambe. La farfalla, ma anche la mia bicicletta. Chi può dire che anche ogni mia pedalata non abbia un significato? Che da essa non discenda un'altra concatenazione di fatti?

Potrei accanirmi su scenari stile Sliding doors, le porte scorrevoli del treno che sono come uno spartiacque per l'avvenire, perché cambierà tutto se si arriverà con due secondi di ritardo e quel treno partirà senza di noi. Potrei, ma mi accontento di qualche singolare sensazione.

Non so come spiegarvelo, ma a ogni pedalata questo mondo mi sembra un poco migliore.

(da Paolo Ciampi, Le nuvole del Baltico, Mauro Pagliai editore)

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