giovedì 6 settembre 2018

Storia della gente di montagna che vendeva libri

Questa è una storia, una bella storia, anche se non mancano fatiche, stenti, pioggia come il giorno del castigo, lupi da tenere a bada lungo la via, giorni di solitudine e giorni di baruffa. Una bella storia, che merita non lasciare solo agli storici locali, ai racconti che forse in alcune case ancora si tramandano ai figli, oppure ai discorsi di una qualche ricorrenza. 

Una bella storia che riguarda i libri e gli uomini che con tenacia hanno portato i libri per il mondo, facendo sì che fossero accolti nelle case di molti.

E' la storia che racconta I librai pontremolesi, un volume proposto dall'editore Tarka. La storia esemplare - così recita il sottotitolo - di un mestiere meraviglioso. Dentro la passione, non inferiore alla competenza, di Gian Battista Martinelli, una passione che affiora anche nelle pagine che elencano date, luoghi, circostanze.
Non so quanti di voi conoscano Pontremoli e le storie dei suoi librai, o almeno l'origine di un premio prestigioso quale il Bancarella. Il titolo del libro, peraltro, può indurre persino a qualche equivoco: si dice Pontremoli, ma in realtà la storia riguarda soprattutto una piccola comunità della Lunigiana, Montereggio, con le frazioni di Parana e Mulazzo. E anche librai è dir tanto, perchè prima di tutto si parla di rivenditori di libri, anzi, di gente in cammino. Librai pontremolesi lo sono diventati solo dopo tanto penare per le strade di ogni dove.
    
Parte di qua, da queste montagne povere, la gente che vende i libri, come da altre montagne si parte per andare a far carbone o per accudire le pecore a valle. E' mestiere nomade, mestiere di migranti stagionali. 

C'è un giorno in cui i librai - gente che magari fino a poco tempo prima vendeva pietre - si danno appuntamento. A primavera si ritrovano su, al passo della Cisa, con le loro gerle cariche di volumi che venderanno nei mercati, nelle sagre, nelle piazze di ogni città. 

Il tempo di concordare i posti dove ognuno si dirigerà, per non sovrapporsi e farsi concorrenza, il tempo di salutarsi. Poi come sciame si mettono in viaggio. Come sciame porteranno il polline della parola scritta.

Torneranno a casa con la brutta stagione: per rimettersi in salute, per fare festa e mettere incinta la moglie, per ordinare i libri del prossimo viaggio per il mondo.

E dalle gerle si arriva un giorno alle bancarelle - ecco perché il premio Bancarella. Dalle bancherelle ai banchi fissi e quindi alle librerie: dall'Italia all'Argentina. 

Genealogie di librai: i Fogola, i Tarantola. Librerie che ancora oggi portano quei nomi. Una storia della montagna che scende a valle per il bene di tutti noi. 

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