sabato 30 giugno 2018

Il mio Jack: c'è ancora strada?

Eppure funziona sempre così con Jack. Non lo trovi mai dove lo cerchi. Non ti risponde mai come ti aspetteresti. 

Forse è anche per questo che uno scrittore così intrinsecamente americano, inimmaginabile in un altro paese, ha saputo conquistare generazioni di giovani europei -  soprattutto italiani, francesi e tedeschi – con una presa ininterrotta anche quando negli Stati Uniti la sua parabola era in declino. 


Forse anche per questo ha saputo parlare alla generazione che nella politica ha coltivato le sue speranze di cambiamento, malgrado le sue stesse convinzioni. Parlando anche alla generazione successiva, quella che sulle macerie di quelle speranze se n’è andata per il mondo, poco importa se in Tibet, in Patagonia o in Nicaragua. 


 E oggi? Ora che è considerato uno dei più grandi scrittori americani del Novecento, i ragazzi di vent’anni possono ancora riconoscersi in Jack Kerouac? 


Che poi è una domanda assai meno scomoda rispetto all’altra: ovvero quanto possa riconoscermi ancora io, alla mia età. 


(da Jack Kerouac. The man on the road, Edizioni Clichy)

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