venerdì 27 maggio 2016

Wild, come ritrovarsi nel cammino più difficile

Me ne stavo andando. La California scorreva dietro di me come un lungo velo di seta. Non mi sentivo più una sprovveduta. E nemmeno un'amazzone cazzutissima. Mi sentivo fiera e umile e pacificata interiormente, come se anch'io fossi al sicuro lì.

Cheryl ha solo 26 anni e la sua vita è già entrata in un tunnel del quale non si scorge l'uscita. La morte della madre, divorata da una malattia, l'ha spinta sul ciglio del precipizio. Ha sfasciato un matrimonio, sta giocando pericolosamente con le droghe. Vai a sapere com'è che a un certo punto intravede un'altra strada. Una strada che è davvero una strada: lunga, difficile, solitaria. Eppure proprio su quella strada potrà ritrovare se stessa e recuperare un senso.

Così un giorno parte, per l'esperienza meno prevedibile della sua vita che è disordine all'ennesima potenza. Percorrerà a piedi l'intero Pacific Crest Trail, il sentiero che taglia da nord a sud gli Stati Uniti, dal Messico al Canada, attraversando deserti e scalando cime innevate. Tutt'altra cosa rispetto alla nostra via Francigena, per intendersi: vera wilderness, dove gli incontri che devi mettere in conto sono con serpenti a sonagli, orsi e uomini meno raccomandabili dei serpenti e degli orsi.

Fa pena vederla partire con quello zaino più grande di lei, dove ha stipato tutto alla rinfusa, a partire dalle cose più inutili e pesanti. Una sprovveduta, appunto: senza esperienza, senza fiato, il corpo fiaccato dagli eccessi.

Eppure parte, va avanti, non si arrende. Eppure va avanti e arriva in fondo.

Da leggere, di Cheryl Strayed (Piemme): una storia di tenacia, fuga, rinascita
Wild

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