mercoledì 30 dicembre 2015

Poche pagine per raccontare grandi vite

Ci sono Voltaire e Zenone, Baudelaire e Teresa d'Avila, Freud e Pitagora, Balzac e Ildegarda de Bingen, ci sono loro e ci sono tanti altri personaggi, tante altre figure che hanno lasciato il loro segno. Scrittori e mistici, poeti e sapienti, sovversivi dello spirito e sognatori.

Che galleria, quella che percorriamo con Silvia Ronchey ne Il guscio della tartaruga (Nottetempo), magari scoprendo che per raccontare la loro vita, per spremerne il succo, non c'è bisogno di volumi ponderosi, possono bastare anche tre paginette di parole distillate.

Che cosa hanno in comune? Che cosa raccontano davvero le loro vite?

Forse il genio, la forza della creatività, la fame di profondità.

Forse. Ma in comune c'è soprattutto lo sguardo di una storica che non si accontenta di mettere insieme nomi e date (date, anzi, non ce ne sono proprio), ma che cerca lampi di umanità, frammenti di vita autentica.

Questo non è un dizionario di uomini (e donne) illustri.

Piuttosto una trama di citazioni, profonde, illuminanti, spiazzanti, essenziali per il tessuto del nostro passato, del nostro presente. E' bello perdersi dentro. 

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