lunedì 16 marzo 2015

Com'è che il mondo si gettò nella guerra

Nessun momento della Grande Guerra è paragonabile, per interesse , al suo inizio. Il silenzioso, discreto, raccogliersi di forze gigantesche, l'incertezza sui loro movimenti e le loro posizione, la quantità di dati che non si conoscono né si possono conoscere rendono la Prima guerra mondiale un evento insuperato nella sua drammaticità.

Così scrive Winston Churchill dopo la guerra, riandando a quegli inizi, con un un senso di stupore che i lunghi anni di trincee e massacri non hanno sopito.

Ed è questo ciò che prova a raccontare Max Hastings con Catastrofe 1914. L'Europa in guerra (Neri Pozza). Questo e quanto avviene nelle settimane appena precedenti, nel tentativo di capire come sia stata possibile e a chi si debba chiedere davvero conto di tutto questo.

Libro superbo, forte, emozionante come raramente succede. Libro che non spaventa con le sue quasi ottocento pagine, perché ha il passo del romanzo - della storia raccontata come talvolta sanno fare i grandi storici (soprattutto anglosassoni); e perché in qualche modo la sua costruzione ha qualcosa anche del film, con il suo montaggio che alterna grandi scene di massa - le mobilitazioni verso il fronte, il dispiegarsi delle forze, gli attacchi in profondità prima che tutto si paralizzasse nella guerra di posizione - a primi piani su personaggi che forse ebbero la possibilità di scegliere un altro destino e non lo fecero: sovrani, ministri, diplomatici, capi di stato maggiore che portarono disinvoltamente il mondo verso un conflitto accolto disinvoltamente - tanto per Natale tutti sarebbero tornati a casa.

C'è anche tutto questo tra le forze che determinano la Storia: ambizioni, paure, umori. Ci sono i sonnambuli che danno il titolo a un altro straordinario libro su questo 1914.

Da leggere per sprofondarsi nella lettura e per meditare su ciò che sono le vicende degli uomini.

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