martedì 11 giugno 2013

La storia del gelato come era una volta

Tutte le volte che mangiamo c'è un fiore all'origine di quel gusto. All'origine di un piatto di pasta c'è una spiga, fiorita e poi fecondata da un meccanismo perfetto, evoluto grazie alla saggezza di miliardi di anni e fatto di vento e volo di insetti. 


Beviamo un bicchiere di vino? I piccoli fiori che la vite apre ai primi di giugno regaleranno mille acini; saranno un giorno sorrisi di persone felici intorno a un tavolo. 

E quel formaggio? E' così buono perché viene da un alpeggio, dove mille fiori più mille hanno arricchito il pasto di una mucca o di una capra. Daranno un latte unico perché unici sono quel prato e i suoi sapori.

Diciamo la verità, se non me l'avessero regalato difficilmente mi sarei ritrovato tra le mani Grom, storia di un'amicizia, qualche gelato e molti fiori, il libro pubblicato per Bompiani, in cui Federico Grom e Guido Martinetti raccontano la loro straordinaria storia di gelatai che si sono inventati dal nulla, inseguendo il sogno dei "buoni sapori di una volta".

E magari si può anche dire: troppi buoni sentimenti, troppe citazioni furbette, qualità letteraria così così (ma nemmeno eccessive pretese in questo senso). Però, davvero, storie così fanno bene ai libri, alla lettura e a chi legge.

E io non posso ringraziare, per le ore in cui ho goduto della storia di Grom, con diverse curiosità soddisfatte, una voglia di gelato in progressione geometrica e un pizzico di invidia. 


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