mercoledì 12 dicembre 2012

Se uno dei più grandi smette di scrivere

Afferma Philip Roth, che è indubbiamente uno dei più grandi scrittori viventi al mondo:

Scrivere è avere torto tutto il tempo. Le nostre bozze raccontano la storia dei nostri fallimenti. Non ho più l'energia della frustrazione, non ho più la forza di affrontarla. Scrivere è frustrante: si passa il tempo a buttar giù parole sbagliate, frasi sbagliate, storie sbagliate.

Afferma Philip Roth, che da tre anni non sforna più un nuovo romanzo:

Ho dedicato la vita ai romanzi: li ho studiati, insegnati, ho scritto, letto. Escluso tutto il resto. E' molto! Non provo più quel fanatico attaccamento alla scrittura provato tutta la vita.

Afferma Philip Roth, che forse sa come investire meglio il suo tempo:

A 74 anni mi sono reso conto di non avere molto più tempo, allora ho deciso di rileggere i romanzi che ho amato a 20 e 30 anni, perché sono proprio quelli che non si rileggono mai.

Direi che non sono parole buone solo per uno dei più grandi. Direi che valgono per tutti noi, almeno per tutti coloro che in un momento della loro vita si sono fatti catturare dal piacere - e dalla vanità - della scrittura. Direi che sono parole che aiutano a riordinare le priorità della vita, del tempo. Che ci aiutano ad amare ancora di più i libri.


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