sabato 1 dicembre 2012

Ma cosa hai voluto dirmi con Van Dine?

E poi? Poi sono ancora qui, a sciuparmi gli occhi su queste righe e le righe quasi ballano sullo schermo e scappano di qua e di là, mentre i pensieri vanno a zonzo e afferrali se puoi.

Sono ancora qui e mi illudo che girando il senso di una frase magari balzerà fuori una qualche verità, allo stesso modo della vanga del contadino che nei racconti dei nonni rivoltava la terra e riportava il tesoro alla luce.

Il colpevole, sostiene Van Dine, deve aver avuto una parte importante nella storia. Non è un delinquente di professione, altrimenti che gusto c’è. Non può nemmeno essere un servitore, troppo banale.

L’assassino è sempre uno di cui non si dovrebbe mai sospettare.

E poi, complici, va bene, però il cattivo è uno solo. Niente società segrete, niente associazioni a delinquere.

Dimenticavo, il delitto non accade per un caso. E non è mai, ma proprio mai, un suicidio. Bella scoperta, per Walter.

Sono ancora qui e non ho più voglia di rompermi il capo. Se una soluzione c’è, sempre che ci sia, non ce la faccio a estrarla da questa accozzaglia di frasi che mi suonano come chiacchiere.

Io piuttosto salterei all’ultima pagina dove ogni cruciverba è riprodotto con tutte le sue belle paroline e ogni indovinello ha la sua risposta e ogni rebus la sua chiave. Ci salterei a piè pari con tanti saluti ai miei neuroni e alla loro figuraccia.

Ma insomma, Walter, accidenti a te. Cosa hai voluto dirmi con Van Dine?

Che l’assassino non è il maggiordomo?

Intendevi prendermi un’altra volta per i fondelli?

Regola numero quindici dell’esimio Van Dine:
 
La soluzione del problema deve essere sempre evidente, ammesso che vi sia un lettore sufficientemente astuto per vederla subito

Ma vai a fare in culo, Van Dine…

Evidente è solo che ce ne ho fin sopra i capelli. Evidente è che tempo cinque secondi abbuierò il computer e spalancherò il freezer per l’unica cena che non reclami il mio daffare, sofficini pomodoro e mozzarella più bastoncini del capitano Findus.

In culo a tutti gli investigatori gran gourmet e alle loro ricette in giallo.

(da Paolo Ciampi, Di diverso parere, Romano editore)

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