lunedì 27 agosto 2012

Il diversivo dei tre uomini a zonzo

Quel che ci occorre – disse Harris – è un diversivo.

L'avete riconosciuto? Trattasi dell'immarcescibile attacco di Tre uomini a zonzo, uno dei miei libri cult da ragazzino. Quello con il trio di amici, già protagonista della più nota vacanza in barca giù per il Tamigi, che ritiene di meritarsi un altro periodo di licenza dal lavoro e dalla famiglia. E che in questo modo comincia a mettere a fuoco l'opportunità, anzi, l'urgenza di un viaggetto in bici per la Germania.

Ogni volta che parto per un viaggetto - soprattutto un viaggetto in bicicletta - ne rileggo qualche pagina.  Anche a distanza di anni le pagine di Jerome Klapka Jerome mantengono intatta la forza del suo inglesissimo umorismo. L'ho ampiamente citato - non potevo fare altrimenti - anche nel mio Le nuvole del Baltico - sempre di un viaggio in bicicletta si tratta e per di più in Germania.

Meno travolgente forse di Tre uomini in barca (per non parlare del cane, che qui manca) Tre uomini a zonzo forse è più pungente e cattivello nella sua satira di costume, che prende sistematicamente a bersaglio i poveri tedeschi.

Del resto dopo che in tante altre pagine aveva conciato per le feste i suoi connazionali, Jerome se lo poteva permettere.

Quanto alle disavventure su due ruote valga una per tutte. Chi è il cicloturista che non si è ritrovato così?

Dalle informazioni assunte nel paese, doveva essere una di quelle strade su cui è impossibile smarrirsi. Credo che tutti conoscano questo genere di strade. In generale, riconducono al punto dal quale si è partiti; quando non è così, lo si rimpiange amaramente. Per lo meno, ritrovandosi al punto di partenza, si sa dove si è.

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