mercoledì 15 agosto 2012

Dato che l'estate è fatta apposta per i romanzi

Durante l'anno mi attirano, mi piacciono, non mi piacciono, mi annoiano o mi entusiasmano libri molto diversi, non tutti di narrativa: libri di storia, di divulgazione scientifica, di musica o semplici pettegolezzi biografici.

Ma basta che arrivi l'estate e la promiscuità delle mie letture cede il passo al nutrimento del romanzo: il romanzo lungo e complicato, il romanzo che ci obbliga a vivere dentro le sue pagine, il romanzo che è come una casa di grandi stanze appartate e come un viaggio, come una di quelle traversate antiche che duravano settimane, come i viaggi definitivi di cui parlano proprio alcuni di questi romanzi: passaggio in India di E. M. Forster, il viaggio del Pequod, i sette anni di ritiro del giovane Hans Castorp nella Montagna incantata, l'eterno viaggio in treno in Siberia durante il caos dei primi tempi della rivoluzione che è la spina dorsale del Dottor Zivago, quello dello sfortunato Lord Jim ai limiti dell'infanzia e della redenzione.

Il caldo e i romanzi. L'ozio e i romanzi. La lettura dei romanzi come espressione perfetta dell'ozio....

(Antonio Muñoz Molina, Letture d'estate, da Internazionale)

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