lunedì 9 luglio 2012

Cambiare il mondo mescolando i tempi

Dalle ultime propaggini della Thailandia, dove un poeta di nome Zakariya semina parole intrise di futuro, oltre una guerra dimenticata, fino alle cime del Bhutan, antico regno buddista, dove un re che sa di antico ci ha sottratto alla schiavitù delle statistiche economiche. E dall'Arabia Saudita fino all'Etiopia, fino alla Tunisia, e figurarsi, fino a Catanzaro, il Sud sotto casa, anzi, il Sud di casa, dove la modernità è arrivata come lavoro nei call center, tanti come in nessuna parte di Italia, tanti come i sogni che vengono rubati.

Ovunque ci sia stato modo di cogliere un varco verso il futuro, una possibilità, un'idea capace di cambiare le carte in tavola.

E' un viaggio in sette tappe e altrettante scommesse di cambiamento, quello che Federico Fubini, giornalista di punta del Corriere della Sera, ci regala con Noi siamo la rivoluzione (Mondadori), libro bello, originale, azzeccato fin dal titolo, da quella prima persona plurale e poi da quel verbo al presente, di un presente che guarda già lontano.

Storie di uomini e donne che sfidano il proprio tempo, come si legge in copertina. Meglio, storie di uomimi e donne che in questo tempo portano un altro tempo, che viene e che va lontano. Come l'acqua che passa da un vaso comunicante all'altro: perché questo è il cambiamento, il tempo, anzi i tempi, che si mescolano e si fanno qualcos'altro.

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