mercoledì 18 gennaio 2012

Cosa ci insegna leggere Lolita a Teheran

Ci sono dei libri che non solo sono belli, sono anche necessari per dare un senso all'azione stessa di leggere. Libri necessari per capire che ogni libro, a sua volta, è necessario. Senz'altro questo è il caso di Leggere Lolita a Teheran di Azir Nafasi (Adelphi). Dove Lolita è proprio quella, il libro meravigliosamente scandoloso, o scandalosamente meraviglioso (fate voi), del grande Nabokov.

Sono sempre stato convinto che ogni libro letto fosse nel suo piccolo un'affermazione di libertà, ma certo non mi ero mai immaginato che cosa potesse significare leggere e studiare Lolita nella Teheran della rivoluzione islamica.

Divorarsi queste pagine, commuoversi per il coraggio di questa professoressa e delle sue straordinarie studentesse, intuire quale splendido dono sia la lettura, è stato tutt'uno.

Inevitabile ritornare ad altre pagine, quelle di Fahrenheit 451 di Ray Bradbury (e al grandissimo film di Truffaut), con gli uomini del fuoco che distruggono i libri, con gli uomini e le donne-libro che provano a salvare ogni opera imparandola a memoria...

Solo che quanto ci racconta Azir Nafasi è maledettamente vero, non è un nostro incubo proiettato in un tempo futuro. Così come è vero l'esercizio di libertà che si addestra sulla bellezza di una pagina...

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