lunedì 5 dicembre 2011

Si è spenta la voce di Cassandra

Un'altra grande scrittrice se n'è andata, e chissà se riusciremo a ricordarcene per la sua voce profonda e dolente, piuttosto che per la sua storia, così soverchiata dalle tragedie del nostro Novecento.

Dici Christa Wolf e pensi a Berlino, a ciò che è stata Berlino, a ciò che ancora oggi rappresenta: il nazismo, la guerra e le macerie, il regime socialista e altre macerie morali e politiche, il Muro.... E lei, Christa Wolf, che rappresenta davvero quel cielo diviso che dà il titolo a un suo libro. Gli ideali ma forse anche la collaborazione con la Stasi, l'onnipotente polizia segreta della DDR. Possiamo prescindere?

Per me Christa Wolf è un libro in particolare: Cassandra. Il mito di Troia che rivive con le parole di una delle figure più tragiche. La donna sconfitta e prigioniera che leva la sua voce per meditare sul destino che è di tutti.

Scopro che Christa Wolf per 40 anni, tutti i 27 settembre, scriveva e pubblicava un diario della sua giornata. Così come aveva fatto Maksim Gorki nel 1935, quando aveva invitato tutti i suoi colleghi a raccontare una giornata su questo pianeta.

Non lo sapevo, e ora Christa Wolf per me è anche questa successione di giorni sgranati e raccontati. Quasi una sommessa forma di resistenza alle epoche della Storia.

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