domenica 30 ottobre 2011

Povero Virgilio, traditore di Roma ladrona

Narra il grande Massimo Gramellini su La Stampa che un assessore di Mantova - non dirò il partito, tanto ci si può immaginare - si stia fieramente opponendo alle celebrazioni in onore del nome più illustre cui la città abbia mai dato i natali: Publio Virgilio Marone.

Povero Virgilio, cosa ha mai combinato? Capirei il risentimento di qualche studente del liceo, alle prese con una sua traduzione. Ma perchè impedire corone di alloro e convegni a una città che da questo personaggio non può che trarre motivo di vanto? Che abbia ragione Gramellini?

Delle due l'una:


Il Marone [notate per inciso il cognome...] era un traditore. Scriveva in una lingua astrusa: il latino. Ed era emigrato al Sud. Non solo a Roma ladrona, dove aveva bazzicato il governo centralista di un certo Augusto Imperatore. Addirittura più giù...

Oppure:


Già la professione del Marone, poeta, deve aver insospettito l'assessur. I poeti sono gente che produce chiacchiere, mica truciolato e tanto meno fatturato....

Non so quale delle due ipotesi sia peggio. Ma io quasi quasi prendo e mi rileggo l'Eneide.

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