giovedì 15 settembre 2011

Erri De Luca e le cinque sante dello scandalo

La prima si vestì da prostituta per offrirsi all'uomo desiderato.
La seconda era prostituta di mestiere e tradì il suo popolo.
La terza s'infilò di notte sotto le coperte di un ricco vedovo e si fece sposare.
La quarta fu adultera, tradì il marito che venne fatto uccidere dal suo amante.
L'ultima restò incinta prima delle nozze e il figlio non era dello sposo.


Cinque nomi, cinque storie. Cinque donne che la morale corrente - e l'ipocrisia - condanna. Adultere e prostitute, certo. Ma anche cinque donne che fanno parte della storia sacra e ne sono protagoniste. I loro nomi emergono dalla Bibbia, costruiscono la discendenza più importante, appartengono alla genealogia che da Abramo arriva a Gesù.

Lo sapevate? Io no, lo ignoravo, e ho scoperto la loro storia attraverso le pagine di un libriccino straordinario, smilzo per numero di pagine, ma estremamente denso nelle sue parole e in ciò che le parole evocano. C'è tutto Erri De Luca in Le sante dello scandalo, titolo che ci propone la Giuntina. C'è lui e tutta la capacità di sovvertire il senso comune e di schiuderci nuovi orizzonti.

Cinque donne. E cinque straniere. Donne che abbandonano la loro terra, la loro religione e scelgono di appartenere al popolo di Israele.

Scelta in cui non c'è da leggere nessuna idea di superiorità. Ma che ci dice questo, con Erri De Luca:

Con le loro trasfusioni di sangue misto, la storia ebraica allontana da sé lo scettro e lo spettro della purezza di sangue, del pedigree. Pure il messia è meticcio. E' una lezione grandiosa, poco risaputa e poco ripetuta

Ed è un peccato. Sta a noi assimilarla, questa lezione. E ripeterla ai quattro venti, perché fa bene, perché ci fa bene.

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