domenica 7 agosto 2011

Non c'è più la libreria del signor Schiffer

Salviamo i librai come il signor Schiffer, scriveva l'amico Tito Barbini, in una delle più belle pagine che ci ha regalato sui suoi giorni a Buenos Aires (sarà pubblicata anche sul suo prossimo libro, Il cacciatore di ombre, in  uscita per Vallecchi in queste settimane)

Raccontava, Tito, di come aveva scoperto per caso quella libreria, mentre ritornava dalla tomba di Evita, camminando lungo il muro del Cimitero della Recoleta.  Una libreria dal sapore antico con dentro un interno mondo anch'esso antico.

Scriveva, Tito:

Dietro il bancone, un anziano signore dall'aria distinta consultava alcuni cataloghi buttando di tanto in tanto un occhio a un vecchio computer sulla scrivania. Intorno all'anziano libraio, con gli occhiali e il maglione rosso, antichi mobili di ciliegio custodivano sotto chiave rarissimi e preziosissimi volumi dal valore sicuramente inestimabile

Regnava il silenzio più assoluto, un silenzio rotto soltanto dal rumore delle pagine sfogliate e dei passi che scricchiolavano sul legno del pavimento.


 L’avevo scoperta per caso e subito mi rammentò un bellissimo film con Anthony Hopkins e Anne Brancroft. Ricordate? Helen è una scrittrice americana che vive a New York, è alla ricerca di alcuni libri rari. Entra in contatto con una libreria specializzata di Londra, al numero 84 di Charing Cross (e questo indirizzo è anche il titolo del film). Inizia una relazione epistolare con il direttore della libreria: continuerà anche se i due non s’incontreranno mai.

Per me questa libreria di Baires è diventata l’equivalente della libreria all’84 di Charing Cross.


Fantasticava, Tito,  dell'idea di scriversi con il signor Schiffer. Di tanto in tanto si sarebbe fatto spedire un bel libro, raro e importante, introvabile in Italia.

Sapete, più tardi qualcosa della libreria del signor Schiffer avrebbe trovato anche la strada di casa mia. Quel giorno - o forse un altro, non so - Tito riempì il suo zaino di volumi. E uno di essi, una rara edizione argentina di Emilio Salgari, me lo regalò, al suo ritorno.  Vai a prevedere i destini dei libri, le loro rotte e i loro porti, capaci come sono, i libri, di attraversare oceani e continenti.

Ora Tito scrive sul suo bellissimo blog che la libreria del signor Schiffer ha chiuso. Non ce l'ha più fatta a quadrare i conti.

Pensare che solo l'altra sera io, lui e Andrea Bocconi, c'eravamo trovati a Bagno Vignoni per una conversazione sui libri di viaggio organizzata da Toscanalibri. A cena avevamo parlato a lungo delle piccole coraggiose librerie sparse per l'Italia, da difendere con le unghie e con i denti.

E ora, questa notizia che arriva dall'Argentina.  Non c'è più, questa libreria che non inseguiva le novità, ma l'amore per i libri.

E' lontana, l'Argentina. Ma non tanto da non sentirmi un po' più povero oggi.

Ps: forse non vi è mai capitato di varcare la porta del signor Schiffer, ma a Bagno Vignoni, per dire, c'è una di quelle piccole coraggiose librerie. Siete sempre a tempo

1 commento:

  1. Che tristezza...alla fine i libri sono piccoli mondi e le librerie sono "stazioni"dove sono parcheggiati per poi trovare dimora definitiva tra le mani (amorevoli e non..!) di qualcuno.
    Anche a Salso c'è una piccola libreria che amo molto, il mio rifugio per quando sono nervosa, il rifugio dove tutto mi passa...
    Entro, i due ragazzi che mi vedono entrare sorridono e dicono solo "vai vai.."e mi lasciano perdere tutto il tempo che voglio davanti a quello scaffale.."libri di viaggio". A volte non compro nulla, a volte il mio stipendio si volatilizza...ma lì dentro è sempre una coccola che mi piace concedermi, una chiacchiera piacevole con chi condivide la mia stessa dipendenza da libri.
    Però, ammettiamolo...come si fa a resistere a un'Amazon che ti manda i libri in un giorno col 40% di sconto? :)
    un abbraccio

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