venerdì 26 agosto 2011

Erri De Luca e la lingua profonda a prima vista

Delle lingue - che conosco poco - non mi affascina solo ciò che con esse è possibile dire, ma il modo in cui lo dicono. Mi piace la storia che c'è dietro le parole, la visione del mondo che presiede le forme e le regole. Dev'essere lo stesso fascino che Erri De Luca sente suo quando si occupa dell'ebraico antico - che lui conosce bene. Lingua di scritture sacre, lingua di cui parla anche ne Le sante dello scandalo (Giuntina), prima di entrare nella sua storia di prostitute e traditrici tanto importante per il racconto biblico.

Erri De Luca ci racconta per esempio che nell'ebraico ci sono verbi maschili e verbi femminili. Forme speciali separano i due sessi. E quando, nelle traduzioni, leggiamo "non ammazzare", in realtà l'ebraico dice un "non ammazzerai" rivolto a un tu maschile. Come se fosse un dato di fatto che uccidere è cosa di uomini, pressoché in esclusiva.

Dice Erri De Luca che le lettere ebraiche sono femminili. Sono come le cellule di un albero, l'albero (maschile) della Torà.


Perciò è vivo e mette fuori getti nuovi a ogni lettura, in ogni generazione. Perfino la scrittura sacra, l'ambito più strettamente maschile, è costituito di vita femminile grazie alle lettere

Poi cita una frase di von Hofmannstahl, che piace molto anche a me:


La profondità va nascosta. Dove? In superficie

E aggiunge:

L'ebraico è profondo a prima vista

Mi piacciono le lingue di cui si possa dire così.

1 commento:

  1. Sto leggendo "E disse". E "In nome della madre" è un piccolo capolavoro. Erri De Luca è un grande e infatti lo sanno in pochi. Però chi lo scopre non lo lascia più. Che bella la frase di von Hofmannstahl!

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