mercoledì 15 giugno 2011

Don Quijote e Borges, le due biblioteche


Quanti tipi di biblioteche ci sono? Infinite, ovviamente, ma leggendo Umberto Eco, ancora lui, ho intuito che grosso modo si possono suddividere in due categorie. Le biblioteche che ti spingono verso il mondo e le biblioteche in cui provi a rinchiudere il mondo.

Se le une e le altre potessero essere catalogate, così come si fa con le specie animali e vegetali, allora varrebbe la pena usare due nomi - profondamente letterari - che corrispondono a libri che nella mia personale biblioteca contano moltissimo.

Don Quijote, innanzitutto, con la sua biblioteca piena di romanzi cavallereschi, avventure e imprese. La sua storia comincia quando chiude i libri e si lascia la casa alle spalle per inoltrarsi nel mondo. Quei libri se li porta dietro, tutti nella testa e nel cuore.

E il grande Borges, poi, lo scrittore della biblioteca universale, della biblioteca dove c'è tutto (e tutto è già stato scritto), la biblioteca dove i libri si parlano tra loro

Scrive Umberto Eco:

Don Quijote ha cercato di trovare nel mondo fatti, avventure, dame che la sua biblioteca gli aveva promesso; e quindi ha voluto e creduto che l'universo fosse come la sua biblioteca. Borges, meno idealista, ha deciso che la sua biblioteca era come l'universo - e si capisce quindi perché non ha più provato la necessità di uscirne

Chissà da ragazzino, inseguendo i personaggi di Emilio Salgari, la mia biblioteca era più modellata su quella del buon Don Quijote. Ma oggi, come sento vicino a me le parole di Borges, nel suo Elogio dell'Ombra

Tra l'alba e la notte è compresa la storia
universale. Nella notte io scorgo
ai miei piedi l'errare dell'ebreo,
Cartagine annientata, Inferno e Cielo.
Dammi, Signore, letizia e coraggio
per toccare la vetta del mio viaggio

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