lunedì 28 marzo 2011

Quando le biblioteche sono prese a cannonate

Lo spiega bene Gian Antonio Stella in Negri Froci Giudei & Co. L'eterna guerra contro l'altro:


Uccidere la memoria è essenziale, per chi vuole reinventarsi la "sua" storia

E poichè le biblioteche sono luoghi che custodiscono la memoria - e quindi le radici, l'identità, la profondità e le ragioni per il futuro di un paese - le biblioteche a volte fanno paura. Le biblioteche diventano obiettivo militare, problema da cancellare, fastidio da sopprimere.

Tra un po' saranno passati 20 anni dall'assedio di Sarajevo. E lì le milizie che volevano annientare la città della convivenza multiculturale e multireligiosa fecero di tutto per distruggere la sua grande biblioteca. Per giorni usarono bombe al fosforo, poi spararono sui vigili del fuoco che cercavano di intervenire.

Dall'antica Cina all'Alessandria dei califfi le biblioteche hanno continuato a bruciare. Più o meno per le stesse ragioni con cui Hitler fece appiccare il fuoco ai libri raccolti sulla piazza di Berlino:

Siamo dei barbari, ed è ciò che desideriamo essere

Mi fa riflettere questo. Tranne pensare che poi ci sono diversi modi, per cancellare le biblioteche. Modi civili, anche. Non con le fiamme, ma semplicemente chiudendo il rubinetto. Strangolandole per mancanza di fondi. Risultati garantiti, comunque.


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