sabato 29 gennaio 2011

Meno male, questo è il Simenon che mi aspetto

Il Simenon che ormai uno si attende, perchè in questi anni ormai abbiamo imparato che Simenon è molto altro rispetto al commissario Maigret, magari con la pancia e i baffoni di Gino Cervi.

Già, uno se lo attende, ma poi ogni pagina è sorpresa, piacere, tensione che non è la suspense di genere, è piuttosto precipitarsi a capofitto nelle miserie dell'uomo, risacca delle passioni che consuma fino al punto di rottura le vite più ordinarie.

La camera azzurra (Adelphi), mi pare, è davvero tra i grandi libri di Simenon: fosse solo per l'inarrivabile descrizione di questo ambiente della provincia francese nel quale esplode un amore folle, uno scatenarsi di sentimenti che per forza di cose rammenta Madame Bovary, ma che traccia ben altra parabola; non fosse altro che per questo stile teso, essenziale, dove niente è superfluo per accompagnare una discesa agli inferi che pare scritta nel destino.

Da leggere, davvero.

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