mercoledì 19 gennaio 2011

Bandiera bianca con Stieg Larsson

E dunque, parto subito male e dico che, a malincuore, proprio con La regina dei castelli di carta di Stieg Larsson mi è toccato applicare a mio esclusivo beneficio il terzo e il quarto diritto che Daniel Pennac riconosce al lettore: prima saltare le pagine e poi non finire il libro, senza troppi rimorsi.

E' così: l'ho attaccato con grosse aspettative, ho perso colpi in una lettura distratta, ho stentato nel primo centinaio di pagine (troppi nomi, intreccio troppo complesso, troppa sensazione di sequel), ho tirato avanti grazie al ricordo assolutamente positivo (ma non entusiasta) dei primi due libri della trilogia, infine mi sono arenato.

Poi, è chiaro, qualche problema me lo pongo. Sarà questione di diffidenza che scivola in pregiudizio per i "clamorosi casi editoriali"? Sarà che Larsson è morto prima della pubblicazione di questo libro e che non avuto il tempo di lavorarci sopra fino in fondo?

O sarà che, semplicemente, con i libri è come con le persone, a volte funziona al primo sguardo e subito scatta qualcosa, altre volte per quanto te ne abbiano parlato bene, per quanto sai che "meriterebbe", non scatta niente?

E magari è un'occasione mancata. Chissà, in un altro tempo, in un altro contesto. Forse sarebbe bastato una sera tutta per me, un teino per accompagnare la lettura e un silenzio accogliente, la volta del primo capitolo.
Chissà.

Chissà se un giorno La regina dei castelli di carta scenderà dallo scaffale dove è finita, il più alto della libreria, per tornare a bussare nella mia vita.

2 commenti:

  1. Amo molto leggere e mi è penoso se non impossibile saltare le pagine o riporre il libro senza averlo terminato. Penso che magari mi sta sfuggendo qualcosa, che andando avanti capirò... E allora la lettura non è più piacere ma vero tormento. Masochismo ???!

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  2. chissà magari l'ha scritto la sua compagna, ho appena letto un articolo su Liberation sulla storia di questa donna che ha lavorato a suo fianco una vita, senza sposarlo pare per motivi di sicurezza (lui era sotto attacco dai gruppi nazisti svedesi)e che ora non ha diritto neanche a un centesimo del suo patrimonio (ebbene sì anche nella civile Svazia). Chissà!

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