martedì 7 dicembre 2010

Gli interrogativi del dolore innocente

Sono circa 8 mila, calcola Vito Mancuso, i bambini che ogni giorno nascono con una forma di handicap, quasi 3 milioni ogni anno. Ma se la sorgente della vita umana è Dio, che senso ha tanto dolore inflitto alla creature più innocenti?

E' questa la terribile domanda a cui prova a rispondere Vito Mancuso, uomo che sente profondamente che la cultura non può essere solo erudizione, perché la cultura deve fare bene alla vita, deve crescere con la vita, - altrimenti a che serve?

Uomo ma anche teologo che si interroga sul dolore, anzi, sul dolore degli innocenti: che poi è interrogativo che spesso e volentieri proprio la teologia ha rimosso o trattato con imbarazzo.

Questo libro, Il dolore innocente, varrebbe anche solo per questo: per la tensione etica che chiede di porre il problema e poi di spremere tutte le risposte che sono dovute, senza ipocrisie, senza scorciatoie. Tensione che ne fa lettura importante anche per chi, come il sottoscritto, di teologia non si è mai occupato.

E che riflessione sul dolore, che scaturisce da queste pagine. Un atto di accusa contro il dolore colpevole, contro il dolore necessario. Ma anche una riflessione utile a tracciare un orizzonte dove dignità, rispetto, sentimenti puliti sonodavvero le sole cose a contare davvero.

Ps: fino all'Ottocento il portatore di handicap era designato con il termine mostro. Mostro, dal verbo latino monstrare. Diceva Cicerone: I mostri sono chiamati mostri proprio perché mostrino qualche cosa che deve avvenire. Anche su tutto questo ci sarebbe di che dire....

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