martedì 28 settembre 2010

Quanto è depressa l'America di Franzen


In Italia uscirà solo a febbraio, eppure se ne parla di già molto, con quel senso di attesa che spetta solo ai capolavori annunciati. Quasi sempre la delusione è appena dietro l'angolo. Però se l'autore si chiama Jonathan Franzen è doveroso concedere il massimo del credito. Per quanto mi riguarda mi porto ancora dietro le emozioni che questa estate mi ha regalato la lettura de Le correzioni. E dunque non posso non aspettarmi molto anche da Freedom (a proposito, come si tradurrà questo titolo in Italia, se si tradurrà?)
E dunque, ho letto la riflessione che David Brooks fa su questo libro che sta appassionando e dividendo. Pare che ancora una volta venga fuori un'America popolata da gente infelice e spiritualmente immatura. Pare che la storia sia piena di personaggi che hanno vite lasciate a metà (e in effetti non c'è niente di nuovo in questo, bisogna davvero essere bravi per usare questi ingredienti: ma Franzen senz'altro lo è)

Ed ecco la riflessione di David Brooks: Freedom è più rivelatore della cultura letteraria americana che dell'America in sè.

Il ragionamento dovrebbe essere questo: ormai è scontato che l'America raccontata nei libri debba essere un'America depressa, cinica, infelice. Fatta di periferie e sobborghi dove la vita è desolazione, di posti di lavoro dominati da una competizione assassina, di uomini pubblici falsi come i trucchi dei maghi televisivi.

Questo è quello che da un bel po' di tempo passa la letteratura americana, da così tanto che non possiamo immaginarci altro. Per esempio lo sport: c'è sempre un ambiente marcio e casomai un eroe solitario - giocatore o allenatore - che vince contro tutto e tutti. Provate a trovare un libro (o un film) che si limita a esaltare i valori dello sport in America (nel caso, forse, non ci sarebbe nemmeno la storia, ma questo è un altro discorso).

Conclude David Brooks: Freedom è un libro brillante ma nonostante ciò intrappolato in un cul de sac intellettuale, il suo sguardo sulla vita americana è troppo feroce.

La pulce nell'orecchio è servita.

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