mercoledì 9 giugno 2010

Buoni libri aspettando il Mondiale


Magari c'è anche chi vive l'attesa nella più completa indifferenza o - addirittura con una crescente irritazione - ma i Mondiali del Sudafrica incombono e ogni giorno quotidiani, settimanali, supplementi vari ci stanno seppellendo sotto montagne di parole. Però ci sono anche diversi buoni libri per chi non intende fare il gran rifiuto ("mi rifugerò nella mia casetta di montagna, senza televisione") coltivando allo stesso tempo il piacere della letteratura. Questi alcuni miei consigli (rimando a un altro post per Azzurro tenebra di Giovanni Arpino)

Osvaldo Soriano, Fùtbol. Storie di calcio, Einaudi
Era un buon centravanti, Osvaldo Soriano, scrittore argentino scomparso troppo presto, mai troppo rimpianto per quello che è stato e per quello che avrebbe potuto donarci. Giornalista divenne quasi per caso, perché lui per la testa aveva il calcio. Era un discreto centravanti, ma poi non basta avere i piedi buoni, ci vuole anche fortuna. La sua carriera gli venne stroncata da un incidente. Da allora il calcio divenne una possibilità di letteratura. Passione distillata in parole, capace di inventare personaggi, raccontare storie, accompagnare miti. Si parli del grandissimo Diego Armando Maradona oppure di sconcertanti partite in Patagonia. Di campioni, ma anche di oscuri portieri, arbitri improbabili, allenatori in pensione

Darwin Pastorin, Lettera a mio figlio sul calcio, Oscar Mondadori


Il calcio vive di passioni vissute in un attimo, nello spazio di una partita, in un dribbling, una finta, un fallo in area. Ma non sarebbe così importante, se non vivesse anche di ricordi, se non si sapesse tradurre in memoria, da conservare come cosa cara. Vive di questo, il calcio, di emozioni che non si dileguano, che restano nel cuore dopo aver impresso anni anche lontani, quasi sempre dalle parti dell'infanzia e dell'adolescenza (che non è mai solo un'età anagrafica). Le figurine Panini e quella prima volta allo stadio. L'impresa della squadra del cuore e quel gol che mai e poi mai potrà essere replicato. E poi i nomi che popolano i sogni e le fantasie, non necessariamente di grandi campioni, perché va bene anche una vita da mediano. Per un genitore non sarà mai facile trasmettere tutto questo al figlio. Eppure quale investimento in complicità, in possibilità di condividere bellezza, passione, gioco.

(di Darwin Pastorin ho letto in questi giorni anche un altro piccolo grande libro, che ci porta dalle parti del Mondiale 1950, sogni e colori sudamericani e alcune tristi storie di vita, ma di questo parlerò a parte)

Emanuela Audisio, Il ventre di Maradona. Storie di campioni che hanno prestato il corpo allo sport, Oscar Mondadori


Il ventre di Maradona gonfiato dagli abusi, ma anche l'allegria di Valentino Rossi, la rabbia di Jimmy Connors, le lacrime di Ayrton Senna, la fede di Kakà. Non solo calcio in effetti. Corpi di campioni, muscoli e tendini per andare a segno, per battere record, per battere gli avversari. Corpi segnati dai pugni su un ring o tagliati da terribili incidenti sull'asfalto di un autodromo. Ma anche corpi che racchiudono emozioni e sentimenti. Miti che prima o poi devono scendere dal piedistallo per fare i conti con la propria umanità. Tutto questo raccontato da una delle più grandi giornaliste dello sport italiano, Emanuela Audisio. Che ci aiuta a capire che lo sport sempre e comunque denuda: rivela segni e ferite, armonie e sconcezze, bellezza e imperfezione. Che è tutto quanto c'è prima e dopo i successi o i fallimenti.

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