sabato 29 maggio 2010

Quando il dottor Zivago faceva paura


Moriva esattamente cinquant'anni fa, povero e perseguitato, Boris Pasternak (foto a lato), lo scrittore che dovette rinunciare al Premio Nobel. Non mi piacciono poi tanto gli anniversari, però credo che diversi di noi, magari in altri anni, abbiano trascorso intere serate a divorarsi le pagine de Il dottor Zivago. E che in tanti ci si sia emozionati anche con il film di David Lean che ne è stato tratto, quello con Omar Sharif, Geraldine Chaplin, Julie Christie, film che sarà quello che sarà, però come dimenticare lo sguardo del dottore e l'abbraccio con la bella Lara e quella slitta che scivola sulla neve?

Il discorso che dovrei fare, in realtà, è assai più serio. Perché oggi pochi si ricordano che questo libro straordinario non riuscì a trovare posto nelle librerie dell'Unione Sovietica, anzi, non fu proprio stampato. Bloccato dalla censura, vietato dal regime.

Per come poteva andare, è quasi un miracolo che ci sia arrivato tra le mani. Anzi, che questo capolavoro sia diventato un libro. Poteva sparire, poteva semplicemente svanire tra le gli infiniti, incommensurabili scaffali di inediti (quanti capolavori sono stati inghiottiti in questa biblioteca immaginaria?).

E' importante ricordare, ancora oggi, che se oggi abbiamo la possibilità di godere del Dottor Zivago è perché quel manoscritto riuscì a varcare la "cortina di ferro". Fu la Feltrinelli, per prima al mondo, a scommettere su Pasternak e a farne un libro. Tanto di cappello agli editori liberi e coraggiosi, ecco cosa vuol dire (a Mosca bisognerà attendere il 1988 per la prima edizione non clandestina).

Tutto questo viene raccontato oggi su Tuttolibri de La Stampa, in un bell'articolo di Enzo Bettiza, titolo Chi aveva paura del dottor Zivago (proprio così, un'affermazione, non una domanda)

E io sono qui e ho voglia di riflettere a quello che gli uomini - i più potenti - riescono a combinare i libri. Devono essere armi formidabili, i libri, per scuotere così i regimi più tosti. E in fondo devono essere davvero poca cosa, quei regimi, se hanno paura perfino della bellezza.

2 commenti:

  1. Devono essere armi formidabili, i libri, per scuotere così i regimi più tosti. E in fondo devono essere davvero poca cosa, quei regimi, se hanno paura perfino della bellezza.

    Concordo in pieno con la tua riflessione! Sono capitata qui serendipicamente, cercando altro.

    Come ho visto la foto di Pasternak, mi sono fiondata. E' da sempre uno dei miei poeti e scrittori preferiti.

    Sono un fisico, insegno matematica, ma ho la passione della scrittura e della poesia. Un bel coacervo, eh?

    Se ti va di leggerle, qui troverai alcune mie piccole poesie.

    Ciao
    annarita

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  2. Cara Annarita, grazie! La bellezza della Rete è proprio questo, che la serendipity è sempre all'ordine del giorno. Ed è bello quando capita di incontrare persone che abitano lontano, fanno un altro lavoro e cercano "altro", tranne poi condividere l'amore per le parole.
    Mi piacciono i "coacervi" di interessi e passioni, temo piuttosto chi è monolitico o presume di esserlo. Io sono una frana in scienza eppure da sempre sono attratto dalle vite di scienziati, anche questo qualcosa vorrà dire... Ho dato una prima letturina alle tue poesie, mi piacciono: parola secca, incisiva, a volte dalle parte dell'haiku, almeno così mi sembra, parole che entrano dentro e questo è la prima cosa che conta. Grazie! e mi raccomando, teniamoci in contatto, paolo

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