giovedì 20 maggio 2010

Le ombre di Margaret Atwood


Ti avvicini a queste pagine con circospezione, anzi, diciamolo pure, con la diffidenza di chi teme un libro per addetti ai lavori - roba da chi esercita il mestiere o la passione della critica: e in fondo si tratta sempre di lezioni, pronunciate da un podio importante.

Magari temi anche l'operazione commerciale, l'occasione colta al volto dall'editore che intende sfruttare la notorietà di un'autrice fortunata.

Poi entri in quelle pagine e fai presto a esserne catturato. Perchè in Negoziando con le ombre di Margaret Atwood (Ponte alle Grazie)c'è grande, raffinata cultura, senza pedanteria.

C'è un discorso che si fa alto e coinvolgente, capace di dirti molto sul dono della parola e su quelle ombre che accompagnano sempre l'avventura di chi si sfida con la scrittura...

Perché dice, la Atwood: Forse, allora, scrivere ha a che fare con il buio, e un desiderio o forse una compulsione a entrare nel buio e, con un po' di fortuna, illuminarlo, e riportare qualcosa alla luce. Questo libro riguarda quel genere di buio, e quel genere di desiderio.

Ps: e per dire, ci sarebbe da fondere le meningi, ripensando alla convinzione che è anche ragione del titolo di questo libro: Non solo alcuni, ma tutti gli scritti di narrativa, e forse tutti gli scritti in generale, sotto sotto trovano la loro motivazione nella paura e nella suggestione che la mortalità suscita in noi

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