giovedì 20 maggio 2010

Il pellegrinaggio in città di Marco Vichi



C’è chiesa e chiesa. C’è la parrocchia dove la messa è ancora officiata in latino e quella dove l’omelia è una specie di assemblea accompagnata dalla chitarra elettrica. C’è l’antica badia che attira i fedeli affamati di teologia e c’è la chiesa che non è nemmeno una chiesa, è solo uno spiazzo all’aperto in cui la preghiera diventa invocazione di giustizia.

E poi non ci sono solo le chiese dei cattolici: ci sono i luterani e gli episcopali, i metodisti coreani e anche gli ucraini, che sono cattolici, ma hanno il rito greco ortodosso. E nemmeno ci sono solo i cristiani: perché c’è la sinagoga, c’è la moschea.

Ed è in questo mondo variegato e quasi underground che Marco Vichi si è tuffato con la curiosità dello scrittore che vuole conoscere la vita per poi raccontarla. Ne è venuto fuori prima un vero e proprio reportage, pubblicato in numerose puntate sul Corriere Fiorentino (l'edizione toscana del Corriere della Sera), poi un libro, Pellegrinaggio in città, che inaugura una nuova collana della ricca proposta di Mauro Pagliai: le Nonguide, che mi piace ricordare per la loro filosofia (cultura del viaggio nel senso più ampio e variegato), per il formato (tascabile di forma, diciamo così, pentagonale), nonché per il fatto (tutto sommato trascurabile), che è il sottoscritto a dirigerla.

Comincia l'autore del commissario Bordelli, dunque, con un libro che ci restituisce tutto il fascino del viaggio, anche se si consuma per intero a Firenze e dintorni, prova riprovata che il viaggio non si misura sulla distanza, ma sulla capacità di guardare, sulla curiosità, sul desiderio di incontrare l'altro da noi e di arricchirsene.

Per settimane e settimane Marco Vichi è entrato in punta di piedi nei luoghi di Dio, nei giorni a Dio dedicati. Si è seduto negli ultimi banchi, ha ascoltato, domandato, preso nota. Ne è venuto fuori un viaggio tra pievi di campagna e chiese come scrigni d’arte, tra canti gregoriani e gospel. Pochi chilometri, ma tanta voglia di capire il cammino di comunità diverse eppure straordinariamente simili nella ricerca di Dio.

E la scoperta di una città assai diversa da quella che affrontiamo ogni giorno, ricca di diverse, percorsa da fiumi carsici di spiritualità. Fa bene prenderne consapevolezza.

Nessun commento:

Posta un commento

La Terapia del bar: Massimiliano Scudeletti racconta il circo che si fece bar

  Ho dodici anni e passo spesso dietro il bancone , posso prendere qualsiasi cosa tranne gli alcolici naturalmente, ma mi piace guardare il ...