lunedì 24 maggio 2010

Bufalino e il gran banchetto di citazioni


Non mi piacciono molto i libri che sono essenzialmente una miscellanea di citazioni, una raccolta più o meno sensata, più o meno accattivante, di motti, pensieri, stralci di diario.

Ci trovo un che di incompiuto, più o meno come un banchetto che si esaurisce con l'antipasto. Peggio ancora, a volte avverto il sentore dello specchietto per l'allodole, dell'operazione editoriale furbetta piuttosto che no. Vale anche per questo libro, ovviamente.

Il rischio di trovarmi di fronte esattamente a ciò a cui rimanda il titolo - Bluff di parole - c'era tutto. Solo che poi le parole sono di Gesualdo Bufalino. Che poi, per quanto mi riguarda, sarà sempre l'autore di libri straordinari quale Diceria dell'untore e soprattutto Argo il cieco.

Allora le cose cambiano, per forza. Mi sono regalato una bella serata, girando intorno a frasi come queste.

Ogni nome che leggo su un annunzio di lutto è un'amputazione di me

Vi sono parole bellissime che non si dovrebbero mai pronunciare. E' come esporre nall'aria crisalidi che sopportano male la luce

Per essere grandissimo a James manca solo un granello di stupidità

Dopo aver letto i suoi libri, conoscerlo di persona non potrà che migliorare le cose

Dietro la mia cortesia una selvaggia inospitalità

Simile a un colombo viaggiatore, il poeta porta sotto l'ala un messaggio che ignora

Cerco di plagiare il lettore e non è bello

Tardivo, il mio esordio? Precoce, piuttosto. Bastava un po' di pazienza e avrei esordito, beatamente, da postumo.

Mi sento passabilmente postumo, stamattina


Per uno come me, che si fa compagnia con le citazioni, quasi un pranzo di nozze.

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