martedì 27 aprile 2010

Nei boschi di parole assieme a Umberto Eco


Straordinario come sempre, Umberto Eco, una cultura spaventosa, quasi inconcepibile, non per salire in cattedra ma per accendere qualche lampada in grado di illuminare il nostro cammino nei labirinti della scrittura.

Dentro Sei passeggiate nei boschi narrativi ci sono sei lezioni fondamentali tenute all'inizio degli anni Novanta a Harvard. Sei sentieri per inoltrarsi nei "boschi narrativi", senza smarrirsi, oppure smarrendosi con il massimo del piacere.

Pagine per ricordare che un qualsiasi testo è fatto anche dal suo lettore: Il lettore c'è sempre, e non solo come componente dell'atto di raccontare storie, ma anche come componente delle storie stesse.

Per capire sul serio, fuori da ogni accademia, che ogni finzione narrativa è necessariamente rapida ed ellittica - Accenna, e per il resto chiede al lettore di collaborare colmando una serie di spazi vuoti -, tranne poi conquistare con i "piaceri dell'indugio".

Una perla:
Quando mi chiedono quale libro porterei con me sull'isola deserta, rispondo: "L'elenco telefonico; con tutti quei perosnaggi potrei inventare storie infinite"

Solo per dire, perché queste lezioni sono una miniera. Una miniera da cui è possibile disseppellire anche le gemme della poesia. Se non ci credete leggete l'ultima pagina, in cui il grande Umberto rivive per la prima volta consapevolmente il momento della sua nascita...

Quello era un bosco narrativo dal quale non avei mai più voluto uscire.
Ma siccome la vita è crudele, per voi come per me, eccomi qui.

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