giovedì 17 settembre 2009

Perché non sei venuta prima della guerra?




Là ha sofferto, ma anche qua, anche qua. Povero angelo, è ancora là, e non c'è dolore più grande di questo


Il qua - Israele dopo che tutto è successo - e il là - l'Europa dello sterminio a cui sei scampato ma che continuerà a perseguitarti fino all'ultimo istante di vita: è questa la prospettiva per singolare e anche un po' straniante che che ci regala Perché non sei venuta prima della guerra?, primo libro di Lizzie Doron a essere tradotto in Italia, grazie a una piccola grande casa editrice come la Giuntina.

Un libro che, mi pare, ha raccolto giudizi molto diversi da parte dei lettori di Anobii. Io sono tra coloro che si faranno ancora accompagnare a lungo da questo libriccino denso, stupefacente, poetico, straordinariamente evocativo.

Da tempo attendevo una voce così per parlare di quello che è stato, ma soprattutto per ascoltare il racconto della vita dopo che è stato quello che è stato, in realtà senza mai passare.

Lizzie Doron ci è riuscita parlando della mamma, dei suoi incubi, delle sue devastazioni e delle sue sue liturgie solitarie, delle sue ferite nell'anima, della sua incapacità di spiegarsi veramente o di vivere veramente nel presente.

Ne è venuto fuori, a mio parere, uno dei più forti racconti sulla Shoah, senza che la Shoah in effetti sia mai davvero raccontata o anche solo citata... da leggere, assolutamente.

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